domenica 27 dicembre 2015

ESCE IN EDICOLA IN NATURA

E' in edicola da fine novembre il numero zero della rivista in Natura

Si tratta di una rivista che nasce dal Basso. Nel primo numero contribuisco con un pezzo sull'agricoltura e le piante officinali. Nel secondo numero, in previsione di uscita presso le edicole dopo il 20 gennaio 2016, sarà pubblicato un pezzo sull'economia del bene comune e sul percorso dei consulenti che la stanno proponendo al di sotto della regione dove si è maggiormente radicata: L'AltoAdige. Il gruppo EBC sta utilizzando social business world come piattaforma d'incontro e scambio per il percorso.

Ciao Francesco








Piante spontanee-officinali e la farmacia fai da te

Novembre dicembre 2015


Un percorso che parte dalla coltivazione delle piante officinali, dalla raccolta delle spontanee, alle nozioni di base per la "farmacia della natura" e a come realizzare i preparati, sino alla preparazione di saponi e cosmesi e alla condivisione prima delle festività dei nostri preparati autoprodotti.


 
Tutti i film di novembre e dicembre 2015
 
 
 
 
 
 



mercoledì 29 aprile 2015

Sabato 2 maggio Uscita Colli Berici AGLIO ORSINO ORCHIDEE ENDEMICHE-ERBA DELLA PIUMA


PRIMA USCITA Sabato 2 MAGGIO: aggiungi un orso a tavola  - uscita colli berici.

Uscita godereccia dedicata a passeggiare assieme, conoscere e riconoscere e .. eventualmente, all'organizzazione di una cena assieme. 


Uscita
Avvio del percorso: ore 9,00 ritrovo a Verona Sud, nel parcheggio a destra prima d'imboccare l'autostrada.
Descrizione del percorso: nella escursione ci fermeremo in mattinata nella zona sud dei colli, dove l'ambiente è molto integro e ci permette di apprezzare ed ammirare numerosi fiori e piante endemiche, in particolare orchidee e l'erbe della piuma, una graminacea tipica solo di pochissime zone in Italia.
Dopo una breve pausa di ristorazione al sacco, ci sposteremo nella zona est dei colli, dove ci inoltreremo in un fitto bosco ricchissimo di aglio orsino e le altre officinali e piante tintoree presenti in questa stagione.
 
Attraverseremo dunque vari ambienti differenziati tra per condizioni climatiche, umidità, esposizione ed altitudine, in modo da poter rintracciare varie tipologie di piante mangerecce e vari stadi di maturazione all'interno dello stesso genere.

Obiettivi: Riconoscere le piante mangerecce e medicinali di aprile, in particolare dell'aglio orsino, riconoscimento dei vari ambienti, prime indicazioni su modalitò di cotture e ricette.
Difficoltà:  le difficoltà del percorso sono medio/basse, adatte a chiunque abbia voglia di passeggiare. Inoltre il ritmo è sempre molto moderato per permettere pause e momenti di ricerca delle prime erbe che stanno spuntando grazie alle piogge dei giorni scorsi.
Previsioni meteorologiche:  variabile con ampie schiarite e possibilità di momentanei rovesci. 
Punto di appoggio:  porticato e/o sale parrocchiali. 
Partecipazione: 10,00 libera, consigliato il tesseramento.
Attrezzature
Materiali: scarponcini, o scarpe da ginnastica con suola, zainetto e sacche da raccolta, possibilmente in materiale naturale per far traspirare al meglio le nostre raccolte, penna, matita, gomma, quaderno (o schede con carta assorbente o altro materiale assorbente), possibilmente adatto a fungere anche da erbaio, macchina fotografica per chi ce l'ha, mantella, o spolverino per eventuale pioggia,  cambio calzini.


Materiali per l'erbarioChi vorrà costruire l'erbario, dovrà dotarsi di una serire di attrezzi:
paletta, zappetta, cesoia, coltello (tipo opinel), sacchettini, (o schede rigide se dispone di zaino con busto o comunque antischiacciamento), piccole buste per piante più delicate e sopratutto per fiori delicati..

Chi porterà le schede rigide dovrà riportare preventivamente su di esse le categorie, in modo da rendere agevole l'annotazione al momento della raccolta. I dati più importanti sono relativi alla stazione:

- località: eventuale indicazione dei riferimenti topografici più significativi, come 
  l'altitudine, (porteremo l'altimetro) esposizione, substrato geologico, tipo di vegetazione
  circostante, caratteri ambientali generali, livello di antropizzazione 
 
- caratteristiche della pianta "in vivo": il portamento, i colori dei fiori e delle foglie, l'altezza, dimensioni del fusto. 

Erbe mangerecce della tradizione che si prevede di trovare.
AGLIO ORSINO
L'aglio Orsino della famiglia delle Liliaceae è una piantina officinale commestibile, dalle molteplici proprietà. Il suo nome (orsino) sembra derivare proprio dal fatto che gli orsi, dopo il lungo letargo invernale, se ne cibano in grandi quantità per riprendere la carica di energia. È’ facile trovarlo nei fossi, nei boschi o nei prati, in luoghi imidi. Predilige infatti le zone vicine a fiumi, torrenti, canali e depressioni dove l'acqua piovana stagna più a lungo.
 
L´aglio orsino (in tedesco Bärlauch), il "fratello selvatico" del piú comune aglio, è divenuto da
qualche anno in Germania un´autentica prelibatezza.
In Marzo, passeggiando per il bosco si incomincia ad odorare il suo profumo intenso ed aromatico. Per molti è divenuta un´autentica tradizione culinaria, dato che l´aglio orsino, oltre ad un gusto estremamente prelibato (piú debole rispetto a quello dell´aglio comune, si avvicina a quello dell´erba cipollina) si adatta come condimento per ogni tipo di pietanza e si distingue per le sue innumerevoli proprietá terapeutiche. Medici ed esperti di alimentazione ne riconoscono infatti la capacitá di abbassare il tasso del colesterolo, di purificare il sangue, di agire da antibiotico ed anti micotico disintossicando l´organismo da parassiti (funghi e batteri nocivi) ma anche dai metalli pesanti. Oltre a ció contiene vitamine e minerali in quantitá. L'aglio ursino è stato usato in passato come apotropaico: secondo credenze popolari aveva il potere di scacciare spiriti maligni e streghe.
 
AROMA - Le foglie hanno un aroma più delicato del bulbo dell'aglio coltivato, mentre i fiori sono più forti. Nel periodo in cui i fiori maturano i semi, il sapore si accentua ulteriormente. Il bulbo ha un aroma molto simile all'aglio, anche se forse un po' più rustico.
 
CONSERVAZIONE - Il bulbo si può essiccare, basterà esporlo al sole dopo averlo tagliato in due parti. Le foglie invece possono essere essiccate ponendole all'ombra e conservandole in seguito in sacchi di carta.
 
UTILIZZAZIONE - I bulbi si utilizzano come l'aglio comune, mentre le foglie vengono tagliuzzate per insaporire insalate o piatti con patate. Le foglie si conservano bene anche sotto forma di salsa, ricavando una salsa tipo pesto e surgelandola poi per conservarla.
 
PROPRIETA' TERAPEUTICHE - L'aglio orsino ha proprietà disinfettanti, ipotensive, diuretiche e depurative, corrispondenti più o meno a quelle dell'aglio comunemente usato. Il principale metodo di utilizzo è quello di sfruttare le foglie all'interno di insalate.
Allium Ursinum pianta delle Liliacee. La pianta,che può raggiungere i 10-20 centimetri in altezza. Il bulbo oblungo è bianco e le foglie, di solito due o raramente una, sono piane, acute ad entrambi le estremità, fiorisce a maggio-giugno con dei piccoli fiori bianchi, di solito in numero di 6/20, di un verde lucente e consistenza carnosa. Si trova facilmente nei boschi, nei prati, presso i ruscelli. Predilige suoli calcarei. E' facilmente riconoscibile per il forte odore di aglio che emettono le foglie. Si raccolgono le foglie preferibilmente prima della fioritura, ed il bulbo a fine estate. Prima dell'utilizzazione del bulbo, occorre toglierne le radici e la pellicola che lo riveste. Cresce molto bene vicino ad altre piante e sembra essere di giovamento per i vicini che resistono meglio alle varie malattie, mentre sembra non andare d'accordo con le
piante delle leguminose.
 
Pesto di Aglio orsino
Prendete 100 g di foglie fresche (lavatele bene!), 100 g di mandorle, ca. 300 cl di olio extravergine di oliva, sale q.b., eventualmente un peperoncino.
Pestate il tutto con molta calma, oppure utilizzate il tritacarne. Facile, no? Il pesto di aglio orsino va benissimo per ogni occasione: in un aperitivo (consumato utilizzando dei grissini), come antipasto in accompagnamento agli affettati, in un primo piatto di pasta ed in accompagnamento a secondi piatti di carne. Non ci credete? Provate per credere (ma attenti a
non confondervi con le foglie del mughetto…).
 
Ricetta per la conservazione dell’Aglio orsino
Raccogliete unicamente le foglie giovani e tenere, mondatele e disponetele su un canovaccio fino a completa asciugatura. Ponete le foglie nel mixer (o meglio ancora tritatele finemente con la mezza luna).
Aggiungete olio vergine di oliva e del sale marino bio. Riponete il tutto in vasetti a chiusura ermetica, facendo sempre attenzione che l*1;olio d*1;oliva ricopra completamente il composto. Potrete gustarlo sia utilizzandolo quale condimento di insalate, minestre, riso, pasta, ecc., in questa forma base, oppure aggiungendo un trito di pinoli e/o noci e del parmigiano grattugiato, otterrete una variante molto interessante e un po' più aggressiva del classico pesto
 
PANZEROTTI DI PESCE ALL’AGLIO ORSINO
Per 6 persone: delle belle foglie di Aglio Orsino, 2 scalogni abbastanza grandi, 200gr di merluzzo ammollato, 200gr di panna, pasta sfoglia pronta, un bicchierino di vino.
Lavate bene le foglie di aglio selvatico.
In un tegame fate appassire con il burro lo scalogno ben tritato. Poi bagnate con pochissimo vino bianco secco. Quando il liquido si sarà asciugato, spegnete il fuoco e mettete da parte.
Intanto mettete a cuocere il merluzzo ponendolo in un tegame con acqua fredda e spegnendo il fuoco quando l’acqua sarà arrivata a bollore.
Stendete la sfoglia e tagliatene almeno 6 porzioni,rettangolari o rotonde. Su metà di ognuna di esse, fate uno strato di aglio orsino, uno di pezzettini di merluzzo coperto da pochissimo scalogno cotto e panna fresca e poi un ultimo strato di aglio orsino. Quindi chiudete il panzerotto ripiegando l’altra parte di pasta.
Chiudete bene i bordi come per un raviolo e pizzicatene i bordi.
Mettete i panzerotti sulla placca del forno ricoperta da carta forno.
In una ciotola mescolate il tuorlo d’uovo con poca acqua e bagnate con questo composto la superficie dei panzerotti aiutandovi con un pennellino.
Mettete in forno a 200°C per 15 minuti. Lasciate raffreddare prima di servire.
Questi panzerotti sono ottimi anche nella versione vegetariana, sostituendo il merluzzo con fettine sottili di patate. In questo caso sulle patate versate la panna e guarnite con un’abbondante spolverata di parmigiano o altro formaggio grattato.
Antipasto
 
CROSTINI ALL’AGLIO ORSINO
Preparate i crostini e profumateli con..
Burro all’aglio orsino
Ingredienti per 2 porzioni di ca. 100 g
40 g di aglio orsino
1 limone bio
2 cucchiai di yogurt naturale
200 g di burro morbido
1 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere
1/2 cucchiaino di salsa worcestershire
Preaparazione:
Tritate l’aglio orsino. Grattugiate finemente la scorza di limone. Frullate la scorza con l’aglio orsino e lo yogurt. Lavorate il burro a spuma con lo sbattitore elettrico. Unite al burro la miscela di aglio orsino e mescolate per ca. 10 minuti. Condite con sale, zenzero, peperoncino e salsa worcestershire. Dividete il burro all’aglio orsino in due parti, avvolgetele nella pellicola trasparente e formate dei rotoli. Lasciate consolidare in frigo per ca. 1 ora.
 
SUGGERIMENTI
• Formate delle rosette di burro all’aglio orsino mettendo la massa morbida in una tasca da pasticciere.
• Il burro all’aglio orsino si sposa con vari piatti, ad es. con carne, frutti di mare e verdure al forno e alla
griglia.
• Ben sigillato il burro all’aglio orsino si conserva in congelatore per 2-3 mesi.
• Sostituite l’aglio orsino con 4 cucchiai di altre erbe tritate (ad es. prezzemolo e dragoncello).
PRIMO
 
TRENETTE ALL’AGLIO ORSINO
Ingredienti: Trenette, Aglio orsino un mazzetto, Gamberi, Olio, Burro una noce, Limone una spruzzata, Sale, pepe
Preparazione: Cuocere la pasta, contemporaneamente fare rosolare dei gamberi sgusciati in un po’ di olio e una noce di burro. Aggiungere poi un mazzetto di foglie di aglio orsino, tagliate grossolanamente, e farle appassire.
Infine aggiungere una bella spruzzata di succo di limone, un po’ di buccia grattugiata di limone e condire con sale e pepe q.b. .
Scolare la pasta e condirla in padella.
 
Ravioli all’Aglio orsino
Ingredienti: 180 g di ricotta, 50 g di mascarpone o crème fraîche, 50 g di parmigiano grattugiato, ca 40 g d’aglio orsino, sale, pepe, 2 rotoli di pasta già spianata 125 g l’uno, poca farina, 2 cucchiai d’olio di semi di girasole, 1 cucchiaio di burro.
Per il ripieno, mescolate la ricotta, il mascarpone e il parmigiano. Mettete da parte alcune foglie d’aglio orsino per guarnire. Tritate finemente il resto e incorporatelo alla crema di ricotta. Condite con sale e pepe.
Srotolate un rotolo di pasta sul piano di lavoro. Aiutandovi con un cucchiaio, distribuite due file di ripieno ad una distanza di ca 7 cm. Spennellate con poca acqua la pasta attorno al ripieno. Srotolate il secondo rotolo, spianatelo su poca farina, allargandolo in modo che risulti leggermente più grande del primo.
Appoggiatelo sul primo rotolo. Premete bene attorno al ripieno. Aiutandovi con una rotella per pasta, ritagliate i ravioli e adagiateli su un panno leggermente cosparso di farina. Fate cuocere i ravioli nell’acqua salata, in leggera ebollizione, per 3 minuti. Nel frattempo, riscaldate l’olio e il burro. Estraete i ravioli con una schiumarola, fateli sgocciolare bene e distribuiteli nei piatti caldi. Versate l’olio e il burro. Decorate con foglie d’aglio orsino e, a piacere, terminate con una spolverata di parmigiano. Servite subito.
 
Salsa di aglio orsino
- Ingredienti per 4 persone: Ingredienti: Foglie di Aglio Orsino , Olio evo, mandorle noci nocciole pinoli, Formaggio Pecorino e Parmigiano , sale, tutto a seconda del proprio gusto
 - Lavo bene le piantine complete di Aglio Orsino , steli foglie fiori , le asciugo bene,le metto nel bicchiere del frullatore con l’olio la frutta secca ,un cucchiaio di sale grosso, i formaggi, frullo il tutto. Per la conservazione posso scegliere tra due opzioni, la prima è la migliore perche resta tutto il sapore originale a crudo, verso il pesto in piccole bottigliette di pet (quelle da 33 cl vanno benissimo) e lo conservo in congelatore , la seconda soluzione è riempire dei vasetti di vetro a chiusura ermetica porli dentro una pentola , coprirli d’acqua fredda da far bollire per una mezzoretta , lasciarli raffreddare nell’acqua , lavarli asciugarli riporli in dispensa al fresco e al buio.

Minestra di aglio orsino
- Ingredienti: 200 gr di aglio orsino, 1 cucchiaio di olio di girasole, 1 cipolla e 2 spicchi d'aglio tritati finemente, 1 pezzo di sedano, 1 carota e 1 patata tagliate a pezzetti, 0,5 dl di vino bianco, brodo vegetale, 1 dl di panna montata - Far appassire la cipolla e l'aglio nell'olio, aggiungere la carota, il sedano e la patata. Spegnere con il vino bianco, aggiungere il brodo vegetale e lasciar cuocere 20 minuti. Aggiungere l'aglio orsino e continuare la cottura ancora per 2 minuti. Frullate il tutto. Aggiungere la panna montata e ev. sale e pepe

Foglie di aglio orsino fritte
Ingredienti per 6 persone: 8 foglie di aglio orsino, farina, 2 albumi d'uovo, olio per friggere, sale - 5 minuti per la preparazione + 10 minuti per la cottura - Lavate e asciugate le foglie di aglio orsino, passatele negli albumi montati a neve e nella farina di frumento. In una padella portate l'olio di oliva ad alta temperatura e friggetevi le foglie fino a doratura. Sgocciolatele dall'olio con una schiumatola, asciugatele su carta assorbente, salatele e portatele in tavola. Con le foglie di Allium Ursinum, una specie spontanea, si possono anche aromatizzare gli gnocchi.

Tisana diuretica
Mettete 3 grammi di fiori e foglie sminuzzate di aglio orsino in una tazza. Versate 100 grammi di acqua bollente e lasciate riposare per una decina di minuti. Filtrate e bevete senza dolcificare. Per ottenere duraturi risultati, è consigliabile preparare 2 o 3 tazzine al giorno di tisana e proseguire la cura per lunghi periodi.

Riso orsino alla bava
Ingredienti: 400 gr,. riso carnaroli (per il risotto e’ il mio preferito), olio, burro,150 gr, provola affumicata (o piu’ se vi piace) tagliata a fettine o dadini, foglie di aglio orsino, un cipollotto novello (o uno scalogno) brodo vegetale, mezzo bicchiere vino bianco secco, sale , paprika dolce o piccante, come vi va - Taglio a striscioline sottili le foglie di aglio orsino, metto a soffriggere un po’ di olio e un po’ di burro con il cipollotto o lo scalogno affettati sottilmente, aggiungo, poi, l’aglio orsino. Quando e’ tutto bello ammorbidito e insaporito (ma non colorito) butto il riso e lascio insaporire anche lui per almeno 5 minuti, stando attenta che non attacchi. A questo punto, metto il vino, lo lascio evaporare, porto poi, piano piano a cuocere il riso, aggiungendo il brodo e mescolando ogni tanto, come un normale risotto. Quando il riso e’ quasi cotto, metto la provola (piu’ abbondante e’, piu’ bavoso e’ il risotto), spengo, lascio mantecare e servo con una spolverata di paprika.

Vellutata all'aglio orsino
Preparazione: 10 min. | Cottura: 40 min. | Riposo: nessuno
Porzioni: 4 | Kcal/porzione: 270 circa

Ingredienti:
· 1 cucchiaio di olio
· 1 scalogno bio (o 1/2 cipolla bianca piccola)
· 1/2 carota
· 400 g di patate
· 100 ml di latte intero
· 100 ml di panna
· 1 l di brodo vegetale
· 1 cucchiaio generoso di pesto all'aglio orsino
· 16 g di mandorle a scaglie

Preparazione:
1. Scaldare in una casseruola a bordi alti l'olio. Unire lo scalogno tritato a fettine e la carota a cubetti. Lasciare imbiondire a fuoco lento per un paio di minuti dopodiché aggiungere le patate tagliate a cubettoni.
2. Unire subito dopo il brodo e lasciare cuocere per almeno 20 minuti.
3. Mescolare di tanto in tanto per assicurarsi che non si attacchi niente sul fondo.
4. Unire poi il latte e la panna e terminare la cottura controllando che le patate tendano a disfarsi.
5. Spegnere il fuoco e unire a questo punto il pesto di aglio orsino.
6. Con l'aiuto di un frullatore a immersione creare una bella crema liscia
e morbida.

martedì 28 aprile 2015

FILM TEMPI MODERNI 28 aprile





QUANDO: Martedì 28 Aprile 2015 ore 20.30

DOVE: pizzeria La fontana ai ciliegi, via Valpolicella 82/84  San Pietro in Cariano.

Le proiezioni rientrano nel ciclo Decrescita e ..
Ingresso libero ad offerta per le spese
Per chi desidera prima o durante c'è la possibilità di ordinare la pizza convenzionata con il locale
 
 
ULTIMA SERATA DEL CICLO INVERNO/PRIMAVERA: l'intenzione è fare due chiacchere assieme, presentare le attività del comitato stop TTIP, le uscite ad erbe officinali, tintoree e caglio vegetale di maggio, e i due importanti incontri con l'intervento di Maurizio Pallante dell'8 maggio e del 15 maggio. 

DATA: 1936

Sceneggiatura e montaggio: Charlie Chaplin
Musica: Charlie Chaplin
Interpreti principali: Charlie Chaplin (Il vagabondo), Paulette Goddard (La Monella).
Produzione: Charlie Chaplin per United Artists
GESTIONE DELLA SERATA: Silvia Elbari
 
 
Ho sempre preferito la mitologia alla storia. La Storia è fatta di verità che diventano menzogne, la mitologia di menzogne che diventano verità (…) Quando rivedo le vecchie pellicole di Chaplin, il mio riso non è più lo stesso. Io penso a Kafka”. (Jean Cocteau).

Tempi Moderni” è una riflessione sulla felicità e l’incubo, sulla libertà e l’alienazione, sulla condizione umana e sui pensieri dell’uomo intorno a ciò che il nuovo secolo sta facendo di lui. Eisenstein offre un commento al “tragico fenomeno sociale descritto nel film: “Il grande picchia il piccolo, che è battuto senza pietà. Prima, è l’uomo che batte l’uomo. Ma con il tempo avviene anche di peggio: l’uomo è battuto dalla società”. A più di ottant’anni dalla sua uscita, questo film è sempre vivo. Qui l’alienazione del personaggio Chaplin e lo stato alterato del mondo convivono sullo stesso piano: Charlot che avvita bulloni in accelerazione convulsa, Charlot a cavalcioni di giganteschi ingranaggi, alienato, disoccupato, sfruttato, anche innamorato e, infine, sulla strada verso un futuro incerto, ma non più solitario.
 
TRAMA
I gesti ripetitivi, i ritmi disumani e spersonalizzanti della catena di montaggio minano la ragione del povero Charlot protagonista del film, nei panni di un operaio meccanico. La pausa pranzo potrebbe concedere un momento di riposo per tutti i lavoratori della fabbrica, sennonché Charlot viene prescelto per sperimentare la macchina automatica da alimentazione, che dovrebbe consentire di mangiare senza interrompere il lavoro (aspetto che in una visione scientifica del lavoro produrrebbe vantaggio competitivo). L'esperimento però gli causa parecchi danni dato che il marchingegno non funziona come si aspettavano. La sua mansione è quella di stringere i bulloni, le infinite ore di lavoro lo portano ad essere ossessionato al punto da immaginare che i bottoni della gonna indossata dalla segretaria siano bulloni da stringere. Egli perde così ogni controllo sulla propria mente. Con gesto liberatorio mette mano su leve e pulsanti all’interno della sala di comando del suo reparto, provocando il fermo dell’intera catena produttiva e, dopo aver spruzzato in faccia a tutti l'olio lubrificante per gli ingranaggi, Charlot sarà affidato forzatamente ad una clinica affinché venga riabilitato dall'esaurimento nervoso.
Dimesso dall'ospedale raccoglie una bandiera di segnalazione caduta da un mezzo in transito e la agita per richiamare l'attenzione dell'autista, senza accorgersi che dietro le sue spalle si sta aggregando un corteo di disoccupati che marciano agitando anch'essi delle bandiere. La carica della polizia disperde i manifestanti e provoca l'arresto dell'ignaro Charlot ritenuto, a torto, a capo dei dimostranti.
Egli viene allora rinchiuso nel penitenziario dove, grazie all'effetto di una sostanza dopante accidentalmente ingerita, da solo e senza accorgersene sventa il tentativo di rivolta di alcuni galeotti, guadagnandosi la grazia, la remissione del reato e la libertà con tanto di lettera di presentazione che attesta le sue qualità.
La recessione che attanaglia il paese, la chiusura delle fabbriche e la conseguente perdita del lavoro generano uno stato diffuso di povertà e scontento e stimolano il ricorso ad espedienti non sempre legali pur di sfamare la famiglia. Le merci delle imbarcazioni attraccate al porto sono un richiamo irresistibile per una giovane monella, che vuole contribuire a sfamare i ragazzini del quartiere e le sue sorelle più piccole, alle quali il padre disoccupato non può provvedere e che sono orfane di madre. Quando lo sfortunato genitore perderà la vita colpito da un proiettile esploso durante una manifestazione di protesta dei disoccupati, la sua famiglia verrà disgregata con l'affidamento delle sorelle minori ad un istituto. Anche la monella vi sarebbe destinata; ella riesce però a sottrarsi al suo destino con la fuga.
Nel frattempo la lettera di presentazione frutta a Charlot l'ingaggio presso un cantiere navale dove è in fase avanzata la costruzione di una maestosa imbarcazione che non sarà mai ultimata, dato che Charlot la varerà prima del tempo, sotto lo sguardo attonito dei colleghi, rimuovendo inavvertitamente il cuneo di ancoraggio che la trattiene sulla terra ferma. Il dignitoso autolicenziamento e il girovagare per la città lo portano ad imbattersi nella monella, minacciata d'arresto in quanto responsabile del furto di un filone di pane dal furgone che sta rifornendo una panetteria. Charlot tenterà di addossarsene la colpa con lo scopo di farsi arrestare e di risolvere così il problema del vitto. Riuscirà nel suo intento mangiando gratis una quantità sconsiderata di cibo ad un self-service, prendendo dei sigari e regalando dolci a dei ragazzini senza pagare nulla. Sul camioncino che lo trasporta verso la stazione di polizia sale anche la monella, riconosciuta quale vera autrice del furto, e i due fanno conoscenza. Approfittando del ribaltamento del mezzo, coinvolto in un incidente, Charlot (adesso motivato alla libertà) e la monella si danno alla fuga.
 


L'infortunio alla guardia notturna di un grande magazzino offre a Charlot la possibilità di rifarsi. Mostrata la sua lettera di presentazione ottiene l'impiego in sostituzione dell'infortunato. Dopo aver preso servizio alla chiusura al pubblico Charlot fa entrare la monella per andare alla scoperta del magazzino. Prima tappa reparto pasticceria per placare la fame; seconda tappa reparto giochi per dare libero sfogo alla voglia di divertimento repressa dalla miseria; infine reparto arredamento dove lei può concedersi il sonno in un fantastico e morbido letto che probabilmente nessuno dei due ha mai provato. Tre malintenzionati armati si sono intanto introdotti nel negozio e hanno immobilizzato Charlot. Uno di loro si rivela essere un suo ex compagno di fabbrica che, come gli altri due, è costretto al furto dalla povertà. I tre festeggiano allora con una bevuta nel reparto alimentare: l'indomani mattina alcune clienti rinveniranno Charlot addormentato sotto il banco dei vestiti. Cacciato dal negozio egli dovrà scontare dieci giorni in galera.
Al suo rilascio la monella lo aspetta e lo invita nell'abitazione che nel frattempo ha rimediato. Si tratta di una catapecchia fatiscente ma, se non altro, è un riparo per la notte e un luogo dove consumare i pasti. L'indomani Charlot, che ha dormito nel canile annesso, scorre il giornale e la lettura della notizia della riapertura delle fabbriche in prima pagina riaccende i loro sogni di normalità. Egli si precipita ai cancelli della fabbrica riuscendo a farsi assumere come aiutante manutentore. Questa volta tra gli ingranaggi finisce il suo capo, a causa sua naturalmente. Inghiottito completamente con la sola testa sporgente toccherà a Charlot alimentarlo durante la pausa pranzo. Un nuovo sciopero interrompe l'attività lavorativa e durante i successivi tumulti Charlot sarà nuovamente fermato e condotto in galera. Anche questa volta la monella lo accoglie al suo rilascio, raggiante di felicità perché ha trovato un impiego come ballerina presso un ristorante, in cui le riesce di far assumere come cameriere lo stesso Charlot.
L'impiego prevede inoltre un'esibizione come cantante e Charlot deve ricorrere all'espediente di scriversi il testo della canzone sui polsini, perché non riesce a ricordarlo. L'operazione è però inutile, poiché al primo gesto del numero, nell'allargare velocemente le braccia, i polsini gli si sfilano ed egli è costretto ad improvvisare le parole sul famoso pezzo della "Titina", primo e unico episodio di interpretazione sonora del vagabondo. Sarà grazie a questa abilità e al discreto successo ottenuto, più che alle doti di cameriere (travolto dal pubblico danzante peregrinerà per il locale nel tentativo di servire l'anatra che un cliente attende impaziente al tavolo e che non avrà il piacere di gustare), che riesce ad ottenere l'assunzione definitiva. Tutto sembra procedere per il meglio, ma due funzionari dell'ufficio assistenza ai minori orfani bloccano la monella nel corso della sua esibizione con l'evidente intenzione di rinchiuderla in istituto. Ancora una volta, grazie all'aiuto di Charlot, ella riesce a sottrarsi alle autorità e a fuggire.
Sconsolata, si abbandona al pianto sul margine di una strada deserta. L'abbraccio di Charlot, che la stringe con affetto, le infonde la fiducia e il coraggio per rialzarsi e incamminarsi insieme a lui, mano nella mano, lungo la strada che si apre tra gli sconfinati spazi californiani, simboleggianti le inesplorate opportunità che la vita riserva ancora loro e che insieme sono pronti ad affrontare.

BUONA SERATA

sabato 18 aprile 2015

Film THE AGE OF STUPID




QUANDO: Martedì 21 aprile 2015
DOVE: SAN PIETRO INCARIANO, Pizzeria La fontana ai Ciliegi, via Valpolicella 82/84.


Ciclo Decrescita e Agricoltura - Proiezioni ad ingresso libero per i soci
"The Age of Stupid" è un film ibrido che comprende parti recitate, documentario e animazione: il protagonista è un uomo che vive solo in una terra devastata nel 2055 guardando fotografie dal 2008 e chiedendosi "Perché non abbiamo fermato il riscaldamento globale quando ne avevamo l'opportunità?". Il film è promosso anche da Greenpeace e WWF.



Titolo originale
: The Age of Stupid

Paese di produzione: Regno Unito

Anno: 2009

Durata: 92 min

Genere: drammatico, documentario

Regia: Franny Armstrong

Sceneggiatura: Franny Armstrong

Casa di produzione: Spanner Films

Musiche: Chris Brierley




Interpreti e personaggi
 
Pete Postlethwaite: l'archivista

Nel ruolo di sé stesso: Jamila Bayyoud, Adnan Bayyoud, Alvin DuVernay, Piers Guy, Layefa Malini, Fernand Pareau, Jeh Wadia.


TRAMA - Il documentario è ambientato nel 2055. Pete Postlethwaite impersona un archivista che custodisce l'intero sapere del mondo, dalle opere d'arte ai contenuti multimediali. L'archivista scorre svariati video-documenti che fanno presagire gli effetti del riscaldamento globale, evocando il messaggio del "che stupidi siamo stati quando potevamo ancora fare qualcosa". Il film è il racconto di sei di queste storie.

venerdì 17 aprile 2015

Xylella fastidiosa et in pecunia donum

Xylella fastidiosa, analisi necessità e vie percorribili per comprendere, sanare e creare nuova occupazione.
 


In Puglia questo albero ha storia millenaria e ancor oggi sopravvivono ulivi piantati da antichi popoli insediatisi nelle nostre terre. La più grande Regione europea produttrice di olio, qual’è la Puglia, è caratterizzata dalla presenza di innumerevoli ulivi centenari e millenari, testimoni di storia e cultura antiche, autentici monumenti scolpiti dalle pazienti mani del tempo e dall’inimitabile arte della natura: monumenti più antichi del Partenone di Atene, del Colosseo di Roma, della Basilica di San Nicola di Bari, del Mosaico pavimentale di Otranto, dei castelli federiciani. Monumenti viventi che continuano a "parlare" all’uomo e ad offrire ancora oggi uno dei più preziosi alimenti umani: l’olio di oliva, vero "oro" della Puglia.

 

La normativa europea attuale "non consente un indennizzo degli agricoltori per l'abbattimento degli alberi colpiti" aveva riferito all’Ansa una fonte della Commissione europea, secondo la quale nel caso in cui venisse confermato il Piano di rimozione degli olivi malati "Bisognerebbe rivedere la legislazione sulla copertura delle perdite finanziarie a lungo termine".

Nella lettera scritta nei giorni scorsi dal presidente Nichi Vendola al primo ministro Matteo Renzi si chiede un rafforzamento del ruolo politico dell'Italia su questa vicenda per contrastare interessi economici contrapposti di altri Stati membri".

 


ESPOSIZIONE DEL PROBLEMA
L’allarme europeo di quarantena da Xylella fastidiosa viene lanciato dalla Regione Puglia, certa che il disseccamento rapido degli ulivi nella Regione sia causato dal batterio e che tale batterio possa quindi diffondersi altrove sul continente. La Commissione Europea, di conseguenza, lancia un allarme da quarantena nonostante l’EFSA (European Food Security Agency) si fosse già espressa in maniera molto mitigata sulla questione. Il pressing che viene però dall’Italia è molto forte e convinto, e quindi si adotta la misura di quarantena.

Peacelink, per conto delle associazioni salentine riunite attorno all’Associazione Spazi Popolari, interviene in Commissione, apportando al dibattito le risultanze di ulteriori studi, che evidenziano come la Xylella potrebbe non essere la prima causa di malattia degli ulivi pugliesi, ma semplicemente una concausa o comunque un agente tra altri, riscontrato, dopo l’effettuazione di analisi, NON su tutti gli alberi affetti da disseccamento.

Studi realizzati dall’Università di Foggia, dall’Università della California nel 2014, pareri scientifici e diverse testimonianze in arrivo da numerose parti del mondo concordano nel sottolineare che la causa prima della malattia potrebbero essere i funghi. Il direttore dell’EFSA risponde a Peacelink con una lettera del 1 aprile 2015, dichiarando clamorosamente che ad EFSA non è mai stato chiesto uno studio sulla eziologia della malattia, quindi sul rapporto causa-effetto del disseccamento rapido degli ulivi.

Dopo l’intervento di Peacelink, la Commissione Europea ha invitato l’EFSA a fornire un ulteriore urgente parere sulla questione, al fine di discuterne al prossimo Consiglio Europeo Agricoltura e di prendere una decisione per fine aprile, quando si riunirà il Comitato sulla Salute delle Piante.

Quindi, ancora adesso, non ci sarebbe nessuna certezza scientifica sulla causa della malattia degli ulivi, come invece la Regione Puglia ha dichiarato sin dall’inizio e come sostengono le azioni che vengono messe di nuovo in campo da Regione stessa e Ministero.

Quello che appare singolare, di nuovo, è il fatto che Governo e Regione si apprestino a preparare un decreto legge per la dichiarazione dello stato di calamità naturale senza avere la certezza scientifica che si tratti di Xylella.

Ci sono state centinaia di voci che si sono levate, in queste settimane, contro l’abbattimento degli alberi, ma la Regione ha messo in campo un comportamento molto aggressivo, ottuso, chiuso nella propria decisione di continuare sulla strada dello sradicamento degli alberi.

Coldiretti, sin dall’inizio primo sostenitore della necessità dell’abbattimento immediato, in questi giorni ha sprecato parole durissime nei confronti della Francia, la quale ha bloccato l’importazione di poco più di un centinaio di piante dalla Puglia. Misura esagerata, dice Coldiretti, tuttavia "molto utile" per sostenere l’urgenza dello stato di calamità naturale.

La misura adottata dalla Francia è fuori dubbio eccessiva ma essa è conseguenza diretta dell’allarme lanciato dalla Regione Puglia e dal Ministero, che continuano a dichiarare urbi et orbi la pericolosità della Xylella per tutto il settore agricolo.

La Puglia, così facendo, si elimina da sola dal mercato mondiale, grazie alla miopia della propria classe politica e agli interessi spiccioli di una parte di essa che, probabilmente pressata dalla necessità di dover portare a casa un risultato propagandistico a fini elettorali (vedi prossime elezioni regionali del 31 maggio), si getta a capofitto in una storia dai contorni così tanto fumosi che la Magistratura di Lecce continua ad indagare a ritmo serrato.

E’ difficile immaginare che la Francia, per esempio, dichiarerebbe mai lo stato di calamità naturale nella regione del Bordeaux, laddove ci fosse un qualche rischio di patologia vegetale, mettendo a repentaglio le produzioni, l’esportazione, l’economia, il turismo, l’intero ecosistema di una regione ricca tanto quanto la nostra Puglia, pur di ottenere indennizzi e sussidi europei e nazionali.

La Puglia è un produttore strategico non solo di olio, ma anche di uva, agrumi, prodotti agroalimentari di diversa natura, frutta (mandorle, pesche, albicocche, gelsi, etc.), pomodori, piante aromatiche, cereali, piante ornamentali. Un fatturato annuo di circa 1.3 miliardi di euro.

Una ricchezza incredibile che dovrebbe esser difesa, protetta e non incautamente svenduta. Il danno all’immagine della regione è una ulteriore conseguenza gravissima di quanto accade: da diversi paesi europei, giungono testimonianze di preoccupazione per ciò che traspare della situazione. Sembra possa essere messa a rischio la stessa identità unica del Salento, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Ci si chiede come sia possibile affrontare sfide di questa portata in modo così malaccorto. Il danno produttivo, economico, non solo sul piano agroalimentare ma anche turistico, può diventare dirompente. La classe politica che si è trovata a gestire la questione avrebbe dovuto farlo cominciando dalla scienza e dalla terra.

Le misure di sostegno dovrebbero essere indirizzate alla ricerca, al rilancio dell’agricoltura biologica, alla garanzia del rispetto del paesaggio e dell’ecosistema della nostra Regione.

Coldiretti ha chiesto "un risoluto impegno di tutto il Parlamento italiano affinché sia resa possibile la dichiarazione di stato di calamità naturale nel Salento, dove sono a rischio 11 milioni di piante di ulivo".

Ma se davvero a Coldiretti interessa proteggere gli 11 milioni di ulivi, perché non si impegna affinché la cura che ha guarito già più di 500 di questi ulivi venga estesa a tutte le piante malate? Perché non si convoca con immediatezza un panel indipendente di ricercatori che possa non solo produrre un nuovo urgente avviso scientifico, da sottoporre ad EFSA, ma anche testare la cura che già funziona?

Sarebbe interessante conoscere le risposte alle seguenti domande da parte del Ministro Martina e del Presidente Vendola:

1) sulla base di quali test di patogenicità siete convinti che il disseccamento degli ulivi sia prodotto dalla Xylella?

2) perché gli agricoltori che da più di un anno curano con efficacia gli alberi colpiti non vengono ascoltati?

3) perché non vengono presi in considerazione i numerosi studi scientifici italiani ed internazionali che evidenziano, in linea con l’EFSA, che esistono tipi di funghi riscontrati sulle piante malate che potrebbero essere la causa prima del disseccamento degli alberi?

4) perché l’azione del Governo e della Regione si concentra non sulla ricerca della causa della malattia ma sull’obiettivo dell’abbattimento e sulla richiesta di indennizzi all’Unione Europea? E questo nonostante la dichiarazione dell’EFSA sull’incertezza dell’eziologia della malattia?


FINANZIAMENTI? A CHI? I finanziamenti mirati della PAC (Politica Agricola Comunitaria) che le grandi centrali sindacali agricole stanno richiedendo e sono in procinto di compiere, saranno prima o poi svelate al consesso europeo, che si guarderà bene dal dispensare soldi facili. Se l'impreparazione dei politici europei, che qualche voce isolata in rete comincia a considerare connivenza, dovesse comunque far giungere milioni in Salento, ad avvantaggiarsene sarebbero soltanto i magnati degli ulivi con quote da 50, 60, 70 mila alberi e che occupano saldamente le poltrone delle confederazioni. I piccoli saranno tagliati fuori

INDUSTRIALIZZAZIONE DELL'AGRICOLTURA? UN PROCESSO GIA' IN ATTO. Vengono prese decisioni così radicali sulla base di poco più di nulla, decisioni le cui conseguenze potrebbero essere devastanti su diversi piani e per centinaia di anni. Un ecosistema finirebbe, un’intera Regione verrebbe sfigurata e trasformata in una landa industriale competitiva e senza identità. Si vocifera, ma le voci sono di corridoio e non ufficiali, che ci potrebbe essere in preparazione un appalto o una concessione per il trapianto di olivi geneticamente modificati. Gli olivi hanno un sistema di impollinazione anemogama, per mezzo del VENTO. Se ciò si attuasse, il polline degli olivi OGM potrebbe fecondare fiori degli olivi naturali, contaminandoli.



VIE PERCORRIBILI E SOLUZIONI AGRONOMICHE
Tredici aziende agricole coordinate da coopagri, avviano la sperimentazione Salva olivi in cooperazione con l'università di Foggia e del Salento vedi https://www.youtube.com/watch?v=A8G-Jz_IOfI&feature=share Una lodevole niziativa spontanea. Resta la necessità di impegnare l' U.E. su un vasto programma di ricerca e sperimentazione, aggiornamento e formazione, aperto al confronto con esperienze di base. Resta la necessità di rivedere/contenere le misure di eradicazione delle piante infette e il controllo chimico dei vettori.

La soluzione è nell'uso dei fungicidi rameici gli anticrittogamici a base di rame verde rame e calce...così si è sempre fatto. Pertanto il problema si potrebbe risolvere in economia dalle aziende a conduzione familiare. Vedi qui https://www.youtube.com/watch?v=hhJXlX9pas4 vedi qui la documentazione degli ulivi trattati con cure naturali del 19 marzo 2015alla zona chiamata "la Castellana"- "Li Sauli". Questi alberi 2 anni fa erano disseccati. Siamo nella zona d'insediamento del batterio, definita cimitero degli ulivi. Per scopi dimostrativi in un campo sono stati curati solo alcuni alberi e le differenze sono evidenti. https://www.youtube.com/watch?v=eBsy1AKWsAU

Alla potatura stagionale va accompagnata l'eliminazione del fracido dai vecchi tronchi e la la crescita di nuove ramificazione che sostituiscono le vecchie... In questo video si evidenzia l'eliminazione del fraccido e la tecnica per crescere nuove ramificazioni che sostituiscono le vecchie per una migliore fruttificazione e per la salubrità dell'albero.... https://www.youtube.com/watch?v=O8IVnOvuUV8

 

Parallelamente si deve sviluppare la ricerca dei rimedi curativi, o perlomeno che favoriscano la limitazione della diffusione dei patogeni, come successo già per altre problematiche causate da funghi come il mal dell'esca nella vite, problema ora contenuto sia da trattamenti disinfettanti a base di zolfo, sia dall'immissione di due antagonisti, due tricoderma, che agiscono per competizione a livello dei siti d'infezione nei confronti dei funghi.




NUOVA OCCUPAZIONE
Se venissero potati gli alberi di ulivi pieni di "fracido" oltre a impiegare molta mano d'opera disoccupata del settore si recupererebbe anche la loro salubrità https://www.youtube.com/watch?v=l2DgFF27Ttk da 3:18 a 4:35

In sostanza i finanziamenti potrebbero essere utili, se indirizzati a nuova occupazione, alla ricerca, alla documentazione delle pratiche in atto, alla documentazione scientifica sui patogeni atta a comprendere se la Xylella fastidiosa abbia una azione primaria o secondaria, e se l'azione dei funghi presenti abbiano azione primaria o secondaria.


Xylella, 450 ulivi germogliano dopo un anno di cure tradizionali e bio. Scienziati: “Interessante, ma serve cautela”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/09/xylella-450-ulivi-germogliano-dopo-un-anno-di-cure-tradizionali-e-bio-scienziati-interessante-ma-serve-cautela/2108300/


Agricoltori in rivolta
http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/10/21/news/xylella-125556749/


Olio extra vergine d'oliva, quali le penalizzazioni per la filiera?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/25/olio-extravergine-la-filiera-che-penalizza-chi-punta-sulla-qualita/2251090/

Disseccanti uccidono gli ulivi:
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/09/lallarme-degli-esperti-luso-dei-disseccanti-chimici-uccide-gli-ulivi/

Xilella: sequestrati tutti gli olivi da abbattere:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/18/xylella-sequestrati-tutti-gli-ulivi-da-abbattere-10-indagati-ce-anche-commissario-silletti/2317258/

 Olivi secolari: monumenti italiani
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1655442151391432&set=gm.707759615990298&type=3&theater

Olivi secolari: la bellezza dei segni del tempo
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1655442151391432&set=gm.707759615990298&type=3&theater

sabato 11 aprile 2015

Martedì 14 aprile “IL MONDO SECONDO MONSANTO”

(storia di una multinazionale che vi vuole molto bene)

QUANDO: Martedì 14 Aprile 2015 ore 20.30
DOVE: pizzeria La fontana ai ciliegi, via Valpolicella 82/84  San Pietro in Cariano.
Le proiezioni sono ad ingresso libero per i soci e rientrano nel ciclo Decrescita e società
Nella proiezione di martedì 14 Aprile si parlerà delle pratiche aziendali messe in atto dalla multinazionale Monsanto in relazione anche all’approfondimento su TTIP e CETA in vista della giornata di mobilitazione globale del 18 Aprile


DATA: 2008
DURATA: 109 minuti
DISTRIBUZIONE: Fandango
REGIA  Marie-Monique Robin (CTRL+ click se vuoi visualizzare il profilo del regista in lingua Francese)
vincitrice del “Premio Albert” a Londra nel 1995, giornalista francese e regista di più di 30 documentari, e numerosi libri, esperta di questioni politiche e sociali, è stata una reporter per le agenzie Capa e Point du Jour, dotata di grandi capacità investigative.
GESTIONE DELLA SERATA: Gianfranco Di Caro
 
TRAMA E CONTENUTI
Il film è basato su tre anni di indagine di Robin sulle pratiche aziendali in tutto il mondo della multinazionale USA, Monsanto. “Il mondo secondo Monsanto” è anche un libro da lei scritto, vincitore del Premio Rachel Carson, che è stato tradotto in molte lingue . E’ un documentario sulla multinazionale statunitense, che tratta anche degli organismi geneticamente modificati. Il documentario analizza la questione degli OGM e dei brevetti sulle sementi geneticamente modificate e sui fertilizzanti chimici e prodotti dalla multinazionale americana, che attualmente possiede il 90% degli OGM presenti nel mondo. Grazie alle testimonianze degli agricoltori e agli autorevoli interventi di esperti il film mostra l’innumerevole serie di cause che coinvolgono la Monsanto, già condannata per negligenza, frode, attentato a persone e cose, disastro ecologico e sanitario e utilizzo di false prove.
Il lavoro di Marie - Monique Robin inizia proprio da due prodotti che hanno rivoluzionato, rispettivamente, l’agricoltura e la zootecnia: il Roundup, al centro di numerose critiche, è oggi bandito da molti mercati nel mondo, perché cancerogeno; il RGBH, ormone della crescita. La forte influenza politica a livello globale, la consistenza di capitali a disposizione in continuo aumento e una rete organizzata di studiosi stipendiati e con contratti profumatamente ricchi, hanno reso e rendono più facile la disinformazione e la falsificazione di analisi. Ma non sono gli unici sistemi usati da Monsanto: trucchi da laboratorio, passaggio di propri dirigenti a ruoli dirigenziali di organi di controllo governativi, licenziamento di studiosi eticamente corretti, fanno ottenere alla multinazionale diversi vantaggi come l’approvazione di prodotti ancora in fase d’indagine scientifica
Buona visione, a martedì
Per maggiori informazioni sulla rassegna chiamare in ore serali il 342 1926477 oppure 348 3501787

venerdì 20 marzo 2015

Eclissi dell'equinozio, il giorno del sole nero

antonio lo campo, La Stampa
... Ecco come si vedeva da Verona
 



È il giorno di una nuova eclissi di Sole, fenomeno astronomico che è piuttosto raro ed è certamente il più importante evento astronomico del 2015. In Italia il fenomeno sarà visibile come parziale, ma comunque con una buona percentuale di ombra sulla nostra stella. Chiamata anche “eclissi dell’equinozio”, perché si verifica nel primo giorno di primavera (l’inizio della stagione non coincide quasi mai con la data tradizionale), anche questa volta sarà molto seguita da appassionati e curiosi. E siccome c’è molta attesa, ecco dove e come osservare l’eclisse di oggi.

Dove sarà totale?
L’eclissi sarà visibile come totale (con copertura quindi dell’intero disco solare) per 2 minuti e mezzo circa, a seconda della regione, dalle isole Faer Oer e Svalbard, nell’Oceano Atlantico Settentrionale. Quella totale potrà essere osservata in diretta streaming dall’Artico dove è operativa la base Dirigibile Italia delle Isole svalbard sul sito del CNR e su lastampa.it

I CONSIGLI - L’astronomo: “Non guardate a occhio nudo”

Come si vedrà in Italia?
Pur essendo parziale, l’eclissi sarà visibile anche dall’Italia: favorite (dove sarà eclissata una maggiore porzione del disco solare), sono le regioni del nord-ovest, in quanto quelle meno lontane dalla fascia della totalità. In Italia l’inizio sarà alle ore 9 e 25 minuti, con pochi minuti di scarto da una località all’altra. Il termine si avrà intorno alle 11 e 40 e anche qui lo scarto da un sito all’altro è confinato a pochi minuti.

In città
Eccone un esempio. Ad Aosta l’inizio sarà alle ore 9 e 22m e si concluderà alle 11 e 42m, con 67,3 % di disco occultato. A Torino, dalle 9.22 alle 11.41 (65 % di disco oscurato, come a Milano), a Roma dalle 9.23 alle 11.42 (54 %). A Lecce inizierà alle 9.30, fino alle 11.47 (circa 54 %). Auguriamo a tutti un cielo sereno perché il meteo, ovviamente, è fondamentale...

Nata sotto il segno dei Pesci
Questa eclissi di Sole si verifica nella costellazione dei Pesci, con la Luna al suo nodo discendente a 358 mila chilometri dalla Terra. Grazie a questa posizione perigea (cioè di punto più vicino) la Luna ci sottende un diametro di 33,3’ contro i 32,1’ del Sole

I CONSIGLI - L’oculista: “Un solo secondo può rovinare la vista”


Come osservarla
In linea di principio, eclissi a parte, guardare il Sole ad occhio nudo non fa bene: può provocare danni permanenti alla vista anche quando è parzialmente oscurato. Il fai da te dunque è da evitare: NON usate vecchie pellicole, vetri affumicati o peggio ancora binocoli o telescopi che non siano dotati di opportuni filtri. Gli esperti suggeriscono inoltre di NON usare i tipici occhiali da Sole: vanno bene quelli da saldatore con indice di protezione numero 14 (non sotto il 14, possibilmente), efficaci per guardare l’eclissi in tutta sicurezza, oppure particolari occhialini “da eclissi” in vendita in negozi specializzati. La soluzione migliore è, ovviamente, quella di utilizzare un filtro solare vero e proprio (quindi NON quelli da avvitare agli oculari), ovvero una pellicola o un vetro progettati appositamente per l’osservazione del Sole.

Come fotografarla
Come detto, anche binocoli, macchine fotografiche e telescopi possono essere pericolosi, se non si utilizzano adeguate protezioni. Binocoli e telescopi possono essere utilizzati con filtri appositi, disponibili nei negozi di materiale astronomico. Anche per le macchine fotografiche esistono filtri specifici. Gli esperti consigliano inoltre di regolare manualmente messa a fuoco ed esposizione, perché la grande quantità di luce solare può ingannare i sensori della macchina fotografica.

I CONSIGLI - Il fotografo: “Niente scatti senza un filtro”


Cos’è un’eclissi di Sole?
Un’eclissi di Sole, si verifica quando la Luna si inserisce tra il Sole e la Terra, proiettando la sua ombra sul nostro pianeta. In base alla dimensione apparente del disco lunare al momento del passaggio, l’eclissi può essere parziale o totale. L’abbiamo definita un fenomeno raro, perché quella parziali (come si vedrà in Italia) sono un po’ più frequenti (l’ultima 4 anni fa), mentre quelle totali, con la notte che scende in pieno giorno, sono davvero rare in un determinato punto della Terra: in Italia l’ultima totale è del 1961, la prossima avverrà nel 2081...  

domenica 1 marzo 2015

I limiti dello scviluppo confermati dopo 40 anni



L'estate scorsa è uscito un'ulteriore studio recente pubblicato dal Melbourne Sustainable Society Institute (MSSI) che non solo conferma, dati alla mano, che a quarant'anni di distanza dalla pubblicazione de I LIMITI DELLO SVILUPPO, quello studio si sta dimostrando eccezionalmente preciso, ma si spinge più in la, sino ad indicare quali siano adesso le dinamiche che ci stanno portando dritti al collasso e che probabilmente hanno già contribuito a provocare la Crisi Finanziaria Globale (GFC).

Si tratta dello studio condotto dal prof. Graham Turner, “ Is global collapse imminent? ” (E' imminente un collasso globale?) Lo studio dimostra che non sarà il Picco del Petrolio in sé che porterà al collasso, quanto piuttosto che con il  superamento si andrà ad attingere a risorse più difficili, le quali necessitano di un incremento del capitale a loro destinato a spese del capitale dedicato al resto della società.
il collasso non sia evitato, ma solo ritardato di un paio di decadi e quando poi
avviene, il declino procede ad una velocità estremamente più rapida e si assesta a valori di sussistenza molto più bassi. Ascesa e declino diventano quindi profondamente asimmetrici, un effetto questo che è stato studiato e modellizzato dal prof. Ugo Bardi che l'ha battezzato Effetto Seneca o Dirupo di Seneca, dalla famosa citazione del filosofo:
L'incremento è graduale,  rovina precipitosa

Questi risultati contraddicono tutta la narrativa energetico-economica dominante che afferma come un aumento nell'efficienza estrattiva, non solo sia auspicabile, ma che sia parte integrante della soluzione del problema energetico.


 
 «Limits to Growth» include anche scenari più ottimisti, in cui l’umanità attua una migliore gestione delle risorse, ma purtroppo è lo scenario immutato meno ottimistico a essersi dimostrato più aderente agli sviluppi reali dal 1972 in poi. 
Il dato preoccupante è che lo scenario immutato del modello World3 prevede l’inizio del «superamento dei limiti e del collasso» intorno al 2015. Il tasso di mortalità dovrebbe cominciare ad aumentare verso il 2020, mentre il calo della popolazione di mezzo miliardo per decennio dovrebbe subentrare a partire dal 2030 circa.

L’autore dello studio dell’MSSI, Graham Turner, conclude profeticamente che «l’allineamento delle tendenze basate sui dati con le dinamiche di “Limits to Growth” indica che le prime fasi del collasso potrebbero verificarsi nell’arco di un decennio o potrebbero addirittura essere già in corso» e che «un crollo relativamente rapido delle condizioni economiche e della popolazione potrebbe essere imminente». Turner ravvisa nei prezzi globali dell’energia e degli alimenti degli indicatori dei limiti crescenti legati all’inquinamento e alle risorse. Aggiunge quindi che potrebbe essere difficile giocare d’anticipo nei confronti dei problemi, dato che «le prove scientifiche di gravi problematiche legate all’ambiente e alle risorse naturali hanno incontrato una notevole resistenza da parte di forze potenti della società».

giovedì 26 febbraio 2015

Martedì film OUTSIDERS Storie dal fiume




QUANDO: Martedì 3 Marzo 2015
DOVE: Mulino delle valli, via boldiere 2, Casaleone
ORA: proiezione alle 21,30 - un gruppo parte da verona alle 20,00 - ritrovo 19,50 al secondo parcheggio in fronte all'ospedale di B.go Roma

Le proiezioni sono ad ingresso libero rientrano nel ciclo Decrescita e ..

Il film contiene al suo interno molte tematiche: ambientali, antropologiche, storiche, spirituali e sociali, e si presta a molte chiavi di lettura.

DATA:  Prodotto a Verona nel 2014 da ARTCAM

REGIA  SARA PIGOZZO ed ENRICO MENEGHELLI
SUONI: ENRICO MENEGHELLI
FOTOGRAFIA MONTAGGIO: SARA PIGOZZO
GESTIONE DELLA SERATA: la serata inizierà con la proiezione del film-documentario seguirà il dibattito con i registi.
PERSONAGGI: Luigi Lineri, Moktar, Damiano, Teo ecc
DURATA 50 minuti

Trama  
Il film è un progetto indipendente realizzato da Sara Pigozzo, antropologa visuale, ed Enrico Meneghelli, laureando in lettere contemporanee. "Outsiders. Storie dal fiume" è il loro primo documentario. Il film nasce dalla tesi di laurea di Sara alla Goldsmith University di Londra, è uno studio antropologico, etnografico condotto nella provincia a sud di Verona. Il documentario indaga il tratto del fiume Adige tra San Giovanni Lupatoto e Albaredo d'Adige. 


Il fiume è una terra di confine che scorre lentamente ai margini della società. L'Adige raccoglie nel suo grembo degli abitanti, che per motivi diversi si muovono, vivono e operano ai confini del mondo civilizzato. Il film raccoglie e dà voce alle loro storie. Il protagonista è Luigi Lineri, poeta e artista di Zevio, nell'Adige conduce da 50 anni una solitaria ricerca. La sua opera è un poema di pietra che cerca di spiegarci la nostra società. 

Attorno a lui molti altri personaggi, tutti molto diversi tra loro, che condividono il vivere nel fiume. C’è un senzatetto che sopravvive  grazie al fiume, un meditatore che viaggia nella sua corrente... Persone marginali, nascoste, invisibili che ci fanno guardare il mondo con occhi diversi.